puro. Perché mi son lavato nello stagno di David1, e sceso per una scala son tornato su per un’altra2, e ho indossato vesti, candide3 e pure, e (solo) allora son venuto e ho rimirato questi vasi sacri». Il Salvatore rispondendogli disse: «Ahi! ciechi, che non vedete! Tu ti sei lavato in quelle acque scorrenti, nelle quali cani e porci si son gettati di notte e di giorno4, e bagnatosi, ti sei nettato la pelle esterna, che anche le meretrici e le flautiste, profumandosi, lavano e nettano e adornano per la concupiscenza degli uomini; entro poi son piene di scorpioni e d’ogni birbanteria5. Ma io e i miei discepoli, che tu accusi di non esserci lavati, ci siam lavati nelle acque della vita eterna, che scendon da Dio qui dal cielo. Ma guai ai....
- ↑ Uno «stagno di David» in Gerusalemme non è ricordato altrove
- ↑ Perché la purificazione ottenuta nello stagno non fosse novamente contaminata, risalendo la strada già percorsa da «impuri». Anche di queste due scale non s’ha altra menzione.
- ↑ Prescritte per i sacerdoti che dovevano offrir sacrifizi. Cfr. Ios. Ant. III, 7, 2.
- ↑ Il βέβληνται può spiegarsi anche come un passivo: sono stati gettati, son gettati». Ad ogni modo, l’idea di porci che si gettano o son gettati in acqua nelle adiacenze del tempio dimostra nell’autore un’ignoranza profonda delle costumanze giudaiche. Salvo che il tuffo s’intenda avvenuto lontano di là, nel ruscello cioè che poi scende a formare lo stagno di David.
- ↑ Cfr. Mt. 23, 25 sgg.