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Appendice: Dal LIBER DE INFANTIA SALVATORIS

Biblioteca Naz. di Parigi: Ms. lat. 11867 (fondo St. Germain), del xiii secolo, fol. 170-171.


1. Accadde un tempo, che molti ragazzi seguivano Gesù e giuocavano lui e loro insieme. Ora un padre di famiglia, assai adirato che suo figlio se la facesse con Gesù, lo rinchiuse, perché non seguisse più Gesù, dentro una torre fortissima e solidissima, dove non c’era nessuno sbocco aperto né ingresso alcuno, salvo la porta e una finestrella strettissima, per far penetrare un pochino di luce, e la porta era appartata e sigillata.

Capitò al padre di famiglia e accadde, che un giorno Gesù si spingesse colà con i fanciulli per giuocare. Il fanciullo imprigionato, al sentirli, gridò alla finestra: «Gesù, compagno carissimo, ho udito la tua voce e ha applaudito l’anima mia, e mi son rianimato. Perché mi lasci qui rinchiuso?». Gesù voltosi (a lui), gli rispose: «Stendimi la tua mano o un dito attraverso il buco». E avendo quegli ciò fatto, Gesù prese la sua mano e lo trasse fuori dalla strettissima finestra, e il ragazzo lo seguì. Gesù gli disse: «Riconosci la potenza di Dio, e racconta in vecchiaia ciò che Dio ti fece nella fanciullezza». Al veder questo, il padre di famiglia s’accostò dapprima alla porta, e vide ogni cosa appartata e sigillata, ed esclamando protestò ch’era un fantasma. Ei suoi occhi eran chiusi, sì da non riconoscere la divina potenza.

2. Giuseppe, il medesimo padre di famiglia, il primo tra i magistrati della sinagoga e i farisei e gli scribi e i dottori, si lamentò di Gesù, che aveva fatto meraviglie nuove tra il popolo, sì da essere onorato già come Dio, ed esaltandosi disse: «Ecco che i nostri ragazzi, e uno d’essi è il mio figliuolo, seguono Gesù sino al campo di Sicar». E adirato,