Pagina:Bonaccorsi - Vangeli apocrifi.pdf/17


— XVII

tre volte da Clemente Alessandrino1, e ai basilidiani Discorsi segreti di Mattia (οἱ Ματθίου λόγοι κρύφιοι) ricordati in Philosophoumena, VII, 20.

5. In uso presso gli Gnostici (o altra setta) d’Egitto, nel IV secolo, era il Vangelo secondo Filippo (l’apostolo? l’evangelista?), di cui Epifanio ci ha tramandato un breve frammento (Haer. XXVI, 13). Ad esso allude forse, già nel III secolo, lo scritto gnostico Pistis Sophias2. È elencato tra le scritture manichee da Timoth. presbitero (De recept. haer., 86, 21) al decimo posto. Risale probabilmente alla fine del II secolo.

6. Un Vangelo secondo Tommaso è ricordato sfavorevolmente da Origene in hom. I in Lc3. I Philosophoumena (V, 7) che ne citano un breve motto (l’unico frammento a noi pervenuto), ci fan sapere ch’era in uso presso gli gnostici Naasseni del II sec.; Eusebio (III, 25, 6) lo designa come uno scritto eretico; S. Cirillo di Gerusalemme († 386) lo dice composto da uno de’ tre discepoli di Manes4; e come usato da’ Manichei5 lo condanna anche il decreto Gelasiano6. La sticometria di Niceforo (se pur non riguarda, come sembra probabile, un posteriore rifacimento cattolico) gli attribuisce 1300 stichi. È controverso se Giustino (Dial. 88) l’abbia conosciuto. Ma ad esso apparteneva molto probabilmente il tratto relativo a un episodio dell’infanzia di Gesù, che Ireneo (nato c. il 140) Haer. I, 20, 1 riferisce da un libro in uso presso i Marcosiani (una setta Valentiniana) e che si ritrova sostanzialmente nel c. VI dello Pseudo-Tommaso, «I fatti dell’Infanzia del Signore»7.

          Per la bibliografia v. Ehrhard, Die altchristl. Lit. und ihre Erforschung, p. 141-142. Cfr. L. Conrady, Das Thomasevangelium. Ein Wissenschaftl. Krit. Versuch, in «Theol. Studien u. Krit.», LXXVI, 1903, p. 377-459; H. A. Michelsen, Uittreksels uit het Evangelie volgens Thomas in Sertum Nabericum, Leida 1908, p. 225-269.

7. Troviamo poi ricordati anche un Vangelo di Barnaba e un Vangelo d’Andrea (notati nel decreto Gelasiano, e il primo anche nel catalogo dei 60 libri canonici), un Vangelo secondo Basilide (Orig. hom. I in Lc.) e un altro secondo Apelle (Hier. nel prologo a S. Matteo) — semplice nuova edizione, a quanto pare, del Vangelo di Marcione suo maestro, ch’era a sua volta una mutilazione e alterazione del Vangelo di Luca, — un Vangelo della Verità (Iren. III, 11, 9), un Vangelo di Giuda [Iscariota] (Iren. I, 31, 1 s.; Epiph. XXXVIII, 1, 3), il Vangelo di

  1. Strom. 11, 9, 45; III, 4, 26; VII, 13, 82; cfr. VII, 17, 108 dov’è detto ch’erano in grande onore presso i Basilidiani.
  2. Schatze-Πetermann, Berlin 1851, p. 69 ss.
  3. Cfr. lo scholion citato in Lc. 1, 1: ἔγραψαν καὶ Μανιχαῖοι κατὰ Θωμᾶν Εὐαγγέλιον, VI, 31 μηδεὶς ἀναγιγνωσκέτω τὸ κατὰ Θωμᾶν εὐαγγέλιον· οὐ γάρ ἐστιν ἑνὸς τῶν δώδεκα ἀποστόλων, ἀλλ᾿ ἑνὸς τῶν τριῶν κακῶν τοῦ Μάνου μαθητῶν.
  4. Catech. IV, 36
  5. Ciò spiega forse l’errore in cui è caduto Cirillo di Gerusalemme: «nimirum quem ille librum apud Manichaeos imprimis in usu esse noverat, eum ab iisdem compositum ex coniectura arbitrabatur» (Tischend).
  6. Nel catalogo delle scritture manichee, redatto dal presbitero Timoteo (86, 21), occupa il nono posto.
  7. Sui rapporti di questo apocrifo con l’antico vangelo gnostico secondo Tommaso vedi più sotto, B, 3.