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4. E li rimandò assolti. E Giuseppe riprese Maria e tornò a casa sua pieno di gioia e glorificando Iddio (Lc., 2, 20) d’Israele.

XVII.

1. E venne un ordine dall’Imperatore1 Augusto, che si facesse il censimento di tutti gli abitanti di Betlemme di Giudea (Lc., 2, 1; Mt., 2, 1). E disse Giuseppe: «Io farò inscrivere i miei figliuoli; ma di questa fanciulla che farò? Come l’inscriverò? Come mia moglie? mi vergogno. Come figlia? ma tutti i figli d’Israele sanno che non è mia figlia. Il giorno del Signore farà esso come il Signore vuole!»2.

2. E sellò la ciuca e ci fece seder Maria, e suo figlio menava (la bestia) e Giuseppe (gli) accompagnava3. E avvicinatisi a tre miglia4, Giuseppe si voltò e la vide triste, e disse tra sé: «Probabilmente quel ch’è in lei la travaglia». E di nuovo si voltò Giuseppe e la vide che

  1. E curioso che il censimento sia ristretto soltanto agli abitanti di Betlemme. E Giuseppe, secondo il Proto vangelo, dov’era? Secondo l’interpretazione più ovvia di XVII, 2-3, si dovrebbe ammettere ch’egli abitava a meno di sei miglia da Betlemme. (È la distanza circa che corre tra Gerusalemme e Betlemme). Non certo quindi a Nazaret! In parecchi manoscritti si cerca, in vari modi, di conformare il testo al racconto di Luca. Nel Paris. 5559 A è ricordata apertamente Nazaret: Ἠναγκάζετο δὲ Ἰωσὴφ ἀπελθεῖν ἐκ Ναζαρέτ εἰς Βηθλεέμ. Καὶ εἶπεν κτλ.
  2. Frase oscura che sembra voler dire: «quando sarà venuto il momento, le circostanze stesse faranno sì che si compia la volontà del Signore anche se presentemente ignoro quel che devo fare». In qualche codice è soppresso ὁ κύριος, e il soggetto di ποιήσει è allora ἡ ἡμέρα: «il giorno del Signore farà esso come vuole». Ma che vuol dire? Più chiara sarebbe la frase se, accettando la variante αὕτη invece di αὐτή, si potesse tradurre: «Quest’è il giorno del Signore: farà il Signore ciò ch’egli vuole», cioè m’ispirerà lui quel che vuole ch’io faccia in questo giorno. Ma l’ordine delle parole con κύριος dopo βούλεται s’oppone a tale traduzione (in nessun codice si legge ποιήσει κύριος ὡς βούλεται); e sopprimendo κύριος, la dificoltà diminuisce ma non è eliminata, poiché sembra poco ovvio dare per soggetto 2 ποιήσει un κύριος sottintero piuttosto che ἡ ἡμέρα che precede.
  3. Il ritmo della frase esclude che Ἰωσήφ possa considerarsi come un dativo, invece che come soggetto, così da intendere: «e teneva dietro a Giuseppe». D’altra parte, è chiaro che Giuseppe non «seguiva», ma piuttosto precedeva, poiché per guardar Maria doveva «voltarsi». In qualche codice invece di Giuseppe è ricordato un altro suo figlio, ch’era dietro la ciuca mentre suo fratello era alla cavezza. In altri si ha Giuseppe o il secondo figliuolo. Cfr. XVIII, 1, dove si legge τοὺς υἱοὺς αὐτοῦ al plurale.
  4. A tre miglia da Betlemme. E non già «quand ils eurent parcouru une distance de trois milles» (Michel).