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Ἰουδαϊκόν” in alcuni codici di San Matteo. Secondo il catalogo di Niceforo, comprendeva 2200 stichi (il Matteo canonico 2500). Molti antichi, compreso Girolamo, videro nel Vangelo secondo gli Ebrei l’originale aramaico di S. Matteo; e tra i moderni non manca chi, come lo Zahn, sostenga energicamente tale sentenza. Certo, sembra assai ovvio veder in quel vangelo i famosi Λόγια di Papia, sia pure con modificazioni e interpolazioni. Altri tuttavia ritiene che il Vangelo secondo gli Ebrei sia posteriore ai nostri Sinottici e ne dipenda (cfr. più sotto anche lo Schmidtke). Altri, escludendo tale dipendenza dai Sinottici, ei vede un antico rappresentante d’una tradizione giudeo-cristiana, parallela a quella di Matteo e Luca.

Accanto al Vangelo secondo gli Ebrei usato dai Nazarei, Sant’Epifanio († 403) ne conosce un altro, in uso presso gli Ebioniti, ch’essi attribuivano parimenti a S. Matteo e chiamavano «Ebraico» o «secondo gli Ebrei», e ch’egli riconosce infatti per il Vangelo di S. Matteo, non. integro però, ma falsificato e mutilo1. Si tratta forse non d’un vangelo diverso, ma d’una recensione diversa gnostico-ebionita (fine del II secolo) del vangelo de’ Nazarei2. Si ritiene poi comunemente che questo vangelo ebionita, in veste greca, s’abbia ad identificar nella sostanza col Vangelo secondo i XII Apostoli, ricordato come eretico da Origene (hom. I in Lucam) e da altri3.

Ma non tutti son di quest’avviso. Lo Schmidtke per esempio distingue tre vangeli ben diversi: 1º il Vangelo de’ Nazarei, che sarebbe un rifacimento o targum aramaico del Matteo, scritto originariamente in greco (Papia avrebbe preso un grosso abbaglio!), il τὸ Ἰουδαϊκόν citato dalle glosse ne’ codici di Matteo. — 2º il Vangelo degli Ebrei, cioè il vangelo ebionita ricordato da Epifanio, composto originariamente in greco verso la fine del II secolo. — 3º il Vangelo de’ Dodici, infetto di parsismo, in uso presso alcuni gruppi gnostici, pagano-cristiani, di Siria. È la tesi di tre vangeli diversi e propugnata anche dal Waitz nella recente edizione dei Neutestamentliche Apokryphen del Hennecke (p. 10 sgg.), ma non allo stesso modo dello Schmidtke. Il Vangelo de’ Nazarei, infatti, non dipenderebbe dal Matteo canonico; sì bene da un Matteo greco primitivo, ch’è la fonte a un tempo così del nostro Matteo, come del vangelo aramaico de’ Nazarei. Il Vangelo degli Ebioniti, ossia il Vangelo dei Dodici sarebbe il vangelo eretico giudeo-greco ricordato da Epifanio (conosciuto già da Clemente Alessandrino e Origene e citato Hier. c. Pel. III, c), il cui influsso fu poi vivo negli scritti pseudo-clementini: un vangelo greco derivato da’ vangeli sinottici e soprattutto da Matteo, con cui ha la massima affinità (accanto a notevoli divergenze), non però dal Matteo canonico, sibbene dal Protomat-

  1. Haer. XXX, 3 καὶ δέχονται μὲν καὶ αὐτοὶ τὸ κατὰ Ματϑαῖον εὐαγγέλιον. Τούτῳ γὰρ καὶ αὐτοὶ.... χρῶνται μόνῳ. Καλοῦσι δὲ ἀυτὸ Κατὰ Ἑβραίους. Ibid. 13 ἐν τῷ γοῦν παρ᾽ αὐτοῖς εὐαγγελίῳ Κατὰ Ματϑαῖον ὀνομαζομένῳ οὐκ ὅλῳ δὲ πληρεστάτῳ ἀλλὰ νενοθευμένῳ καὶ ἠχρωτηριασμένω, Ἑβραϊκὸν δὲ τοῦτο καλοῦσι, ecc. Cfr. Iren. I, 26, 29 [Ebionaei] solo autem eo quod est secundum Matthaeum Evangelio utuntur»; Ἑβραίους λεγομένῳ χρώμενοι (gli Ebionei) τῶν λοιπῶν σμικρὸν ἐποιοῦντο λόγον.
  2. Ciò spiegherebbe il comune titolo dato ai due vangeli (vedi nota precedente) e l’affermazione di Hier., in Matth. 12, 13 «In evangelio quo utuntur Nazareni et Ebionitae quod nuper in Graecum de Hebraeo sermone transtulimus, et quod vocatur a plerisque Matthaei authenticum etc.». D’altra parte, il racconto per esempio del battesimo di Gesù è assai diverso nei due vangeli.
  3. Cfr. le parole contenute in uno dei frammenti d’Epifanio Her. 30, 13: ὑμᾶς οὖν βούλομαι εἶναι δεκαδύο ἀποστόλους εἰς μαρτύριον τοῦ Ἰσραήλ. A questo vangelo secondo i XII apostoli il Revillout vorrebbe attribuire vari frammenti copti, relativi alla passione di Cristo, da lui pubblicati (Patrologia Orientalis II, 2); congettura assai poco probabile: οἷν, l’articolo di Baumstark in «Revue biblique» avril 1926, p. 245 ss.