Pagina:Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana (1849).pdf/998


— 213 —

» Questa mattina (24 Giugno) il nemico scopriva sulla breccia una batteria di quattro pezzi.

» In pochi momenti era rovinata, distrutta dal fuoco delle nostre batterie, di cui ogni colpo era fatale agli artiglieri ed al materiale del nemico.

» Ha dovuto cessar subito il suo fuoco, e nol potrà riprendere se non costruendo una nuova batteria.

» Fatto padrone di alcuni palmi di terreno per sorpresa non per valore, si trova ora serrato in quel picciolissimo spazio - esposto al fuoco continuo delle nostre artiglierie concentrate verso quel punto - racchiuso dalla nostra seconda linea di fortificazione, più della prima propizia, ed insuperabile pel gran numero di soldati che la guardano, e pel fuoco incrocicchiato delle nostre batterie.

» Il nemico non può avanzare contro il nostro campo trincerato se non venendo a morte certa».

E questa s’aspetta ad uomini governati a Popolo, che attentano alla sovranità, all’esistenza di un altro popolo, il quale si stava tranquillo nei suoi confini, nel suo terreno, e proclamata la Repubblica, cioè applicata al governo l’idea della giustizia, movea sulla via del sociale perfezionamento.

Il nemico si dibatte ora in un cerchio di fuoco — Tutte le nostre posizioni sono vegliate da prodi soldati — Il popolo gareggia colla milizia — Tutti pronti al sacrificio della vita, anzichè abbandonare al barbaro la Capitale del mondo.

Il 24 Giugno 1849.

Il MinistroGiuseppe Avezzana