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terrogazioni a quanti incontrava sullo stato delle nostre truppe; quindi si ritraeva al di là di quei limiti che non avrebbe mai dovuto varcare. Quel fatto poteva eccitare fiere rappresaglie, se, come toccai l’amore d’Italia non ardesse nel cuore di quanti vivono sul nostro suolo, e se il pensiero che Italiani erano gli entrati, temperato non avesse i subiti sdegni, che quella violazione del territorio mostro avea suscitati. A prevenire i futuri conflitti però, che potrebbero seguire, ad allontanare i pericoli di una guerra che farsi non deve che col nemico d’Italia, il Governo della Repubblica le volge queste rimostranze, e attende col mezzo suo uno schiarimento per quanto è occorso, e quella giusta soddisfazione che niun Governo di Europa sa negare omai più a un Popolo oltraggiato.

Voglia Ella interporsi presso il suo Governo, onde corroborare l’efficacia di queste rimostranze, e sì degni di credermi come colla più alta stima mi rassegno.

Dell E. V.

Roma li 26 Febbrajo 1849.

Il Ministro degli Affari Esteri