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COMMISSIONE DELLE BARRICATE


POPOLO!

Ai nuovi dispacci del Generale Oudinot, l’Assemblea, il Triumvirato, il Generale della Guardia Nazionale Sturbinetti, e il Generale in Capo Roselli, hanno ripetuta l’antica risposta: Roma non commette villà; bombardate.

Popolo! a quest’ora la tua Roma è battezzata Capitale d’Italia. — Era la Profezia di Napoleone, e suo nipote la compie degnamente.

Per salvarla questa Capitale d’Italia noi ardemmo ed atterraremo lietamente le Ville e le Delizie suburbane; or bene non assisteremo noi imperturbati alle meno grandiose rovine di quel le cristianissime Bombe? Che tali sono a nomarsi dopo, visto e toccato, questa notte, il Suggello Papale sul tavolo di Oudinot al suo Quartier Generale a Villa Santucci; non già a Villa Pamfili, da dove, forse strategicamente, egli volle datare gli ultimi dispacci. Una menzogna di più. —

I molti che hanno coraggio e voglia d’uccider nemici stiano pronti al fucile. Ma, per carità, non siano impazienti; attendino vicinissimo il nemico, e il colpo allora impedirà la fuga. Aperta la breccia, lasciamolo salire ben folto allo spalio. E poi faccia ognuno il dover suo. La mitraglia, lo schioppo, e la picca.