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ratificata o respinta dal governo francese. Egli è perciò che l’Assemblea deve riguardare come una violazione di questa convenzione ogni ostilità ripresa dal detto giorno in poi dall’armata francese, ed ogni altra ostilità che si vorrà riprendere prima che le si comunichi la risoluzione del vostro governo su questo proposito, e prima che sia spirato il termine pattuito nell’armistizio.

Voi domandavate, Generale, una risposta analoga alle intenzioni ed all’onore della Francia.

Ma nulla vi ha di più conforme alle intenzioni ed all’onor della Francia quanto la cessazione di una violazione flagrante del diritto delle genti.

Quali siano per essere gli effetti di una tale violazione, il Popolo Romano non può esserne responsabile. Egli è forte del proprio diritto; è deciso a mantenere le convenzioni che l’attaccano alla vostra nazione; si trova soltanto costretto dalla necessità della propria difesa a respingere ogni ingiusta aggressione.

Gradite, Generale, i sentimenti della mia alta stima e considerazione.

Roma dalla sala dell’Assemblea Costituente 13 Giugno 1849 a due ore del mattino.

Il Presidente - GALLETTI

I Segretarj
A. FabbrettiG. PennacchiG. Cocchi

Il Generale Comandante della Guardia Nazionale Romana rispose:

Signor Generale:

Il trattato, del quale si attende ratifica, assicura questa tranquilla città da ogni disastro.