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stribuire bevande, e si assicurerà che i feriti non abbiano bisogno di alcuna cosa.

Il Chirurgo cui è affidato il convoglio resterà in generale alla coda, ma ogni tanto tempo percorrerà tutte le fila per conoscere se tutto proceda regolarmente, e se vi è alcuno che abbisogni di lui.

Se vi saranno più chirurgi, egli li distribuirà nel modo che potrà essere il più utile ai feriti, e così farà degli infermieri.

Impedirà che i feriti si allontanino dalle vetture.

Arrivati al luogo del riposo il chirurgo va egli stesso al Comando di Piazza, fa visitare il suo foglio di via, va a visitare l’alloggio dei feriti e procura che nulla manchi di quanto ad essi può abbisognare.

In seguito distribuisce i feriti assegnando a ciascuno il proprio posto, e li fa togliere dalle vetture, poi di concerto coll’intendente e coll’Autorità a ciò preposta, fa i boni per la distribuzione dei viveri e li fa firmare, fa che la cucina sia montata facendola fornire di tutto l’occorrente; in fine fa le medicature, che devono essere rinnovate, e non pensa a se che quando i feriti non hanno più bisogno di lui.

L’indomani, prima della partenza, devono essere rinnovate le medicature, distribuiti i viveri, e ricaricati i feriti sulle vetture.

Arrivato il trasporto alla sua destinazione il chirurgo rimette al Chirurgo dell’ospedale il suo ordine, il movimento degli uomini che ha condotto, dà conto dello stato dei feriti e malati,