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Quanto alla carta monetata, oltre all’impossibilità di soddisfare con quella del Governo a tutte le dimande, oltre alla difficoltà di effettuarne il cambio per la dubbiezza delle comunicazioni, si è osservato, che per una vera cospirazione difficilissima a scoprirsi ed evitarsi, i piccoli boni spariscono al pari della moneta: operazione che intanto si azzarda, perchè è un pubblico valore commerciabile all’opportunità dovunque, ed alla quale si abbandonano i speculatori per creare o conservare la necessità di comprar da loro, a grande usura la moneta metallica.

Per queste ragioni si crede che i boni provinciali siano di gran lunga preferibili, perchè limitandosene il corso forzoso in un ristretto circondario, quelle mene e quelle speculazioni divengono se non impossibili, difficili assai. Nè il credito sarebbe minore, avvegnachè si tratterebbe di cambiare in piccoli biglietti i boni del Governo e della Banca Romana, che all’uopo, ed appena le circostanze lo permettessero, verrebbero convertiti in piccole valute metalliche o rappresentative da servire al ritiro dei Boni Provinciali.

Per questa operazione occorre che i Presidi prendano le opportune intelligenze colle Amministrazioni Provinciali, affinchè esse timbrino, firmino ed emettano quel numero di piccoli Boni che progressivamente crederanno necessari, disponendo le pubblicazioni, e gli offici per eseguire il concambio, ed il sicuro deposito degli effetti cambiati.

E siccome sarebbe necessario che queste nuo-