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In fine un profondo sentimento di riconoscenza c’impone l’obbligo di tributare all’italianissimo Generale Avezzana una parola di encomio sempre inferiore a quella immensa patria carità che gli fa provvedere a tutte l’esigenze del grave Ministero affidatogli con una tenace perseveranza e con una infaticabile alacrità, che sarebbero prodigiose anche in un giovane. Sin dal primo appressarsi del nemico, seguito da una parte del suo Stato Maggiore (giacchè molti aliri Uffiziali dello stato erano destinati alle porte per dirigere i Corpi che li difendevano), il Generale Avezzana percorse successivamente i luoghi attaccati, e colla voce, e coll’esempio portando al colino l’universale entusiasmo del popolo che chiedeva armi, e delle milizie valorosamente combattenti, assicurò il trionfo della giornata, e l’onore del paese.

In questa aggressione la Francia, sacrificata da un Governo nemico dei veri interessi del suo paese, ha fatto delle immense perdite più morali che materiali. Essa ha perduto su noi ogni influenza politica: essa ha perduto ogni diritto alle nostre simpatie: e se la giustizia della nostra causa ci ha dato tanta energia di vincere il soldato più bellicoso, noi abbiamo adesso la profonda convinzione di potere lottare con gloria e successo contro tutti i nemici della Repubblica e dell’Italia.

Roma 5 Maggio 1849.

I Triumviri