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Intanto tutte le misure erano prese in Città per respingere l’aggressione con quella disperata energia, ispirata dalla santità del diritto, e dalla giustizia della causa. Valide e numerose barricate a tutte le porte, ed in tutte le vie, segnatamente sulla riva diritta del Tevere, impedivano ogni accesso in Città: i bastioni soprastanti, coronati di cannoni, erano disposti a fulminare il nemico: e la giovine armata, fremente d’impazienza e di ardore bellicoso, accantonata nei varj, punti in cui si prevedeva l’attacco, era disposta nell’ordine seguente. La prima Brigata comandata dal generale Garibaldi, e composta dalla prima Legione italiana, dal Battaglione Universitario, Battaglione dei Reduci, Legione degli Emigrati, e Finanzieri mobilizzati, occupava fuori le mure tutta la linea da Porta Portese a Porta S. Pancrazio: la seconda Brigata composta da due Battaglioni della Civica mobilizzata, e dal primo Leggiero, comandata dal Colonnello Masi, occupava le mura da Porta Cavalleggieri, Vaticano, e Porta Angelica: finalmente la terza Brigata comandata dal Colonnello Savini, e composta dal primo e secondo reggimento di Dragoni a cavallo, formava la riserva in piazza Navona. La quarta Brigata composta dal primo e secondo reggimento di Linea comandato dal Colonnello Galletti era in riserva alla Chiesa Nuova, e piazza Cesarini con tutti i cannoni di campagna che non erano in posizione. Il Generale Giuseppe Galletti Comandante dei Carabinieri, il Maggiore Manara col battaglione Lombardo, formando dei corpi staccati, si tenevano pronti ad accorrere ove il bisogno esigesse.