Pagina:Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana (1849).pdf/619


— 586 —

Il momento è giunto per uno sforzo supremo. Per quanti credono nella dignità dell’anima loro immortale, nell’inviolabilità dei loro diritti, nella santità dei giuramenti, nella giustizia della Repubblica, nell’indipendenza dei popoli, nell’onore Italiano, è debito in oggi l’agire. Per quanti hanno a cuore la propria libertà, le proprie case, la famiglia, la donna dell’amor suo, la terra nativa, la vita, l’agire è necessità. Vita, libertà, averi, diritti, ogni cosa, cittadini, v’è minacciata; ogni cosa vi sarà tolta.

Il re di Napoli innalza per noi la bandiera del dispotismo, della tirannide illimitata. I primi suoi passi son segnati di sangue. A caratteri di sangue sono scritte le liste di proscrizione.

Voi avete per troppo lungo tempo parlato, mentre gli altri spiavano e registravano. Non v’illudete. Oggi, la scelta sia per voi tra il patibolo, la miseria, l’esiglio o il combattere e vincere. Popoli della Repubblica, ogni incertezza ogni esitazione sarebbe viltà, e viltà senza frutto,

Sorgete dunque e operate, l’ora che decide è suonata. Schiavitù, quale non l’aveste giammai, o libertà degna dell’antiche glorie, lunga securità, ammirazione da tutta l’Europa.

Sorgete ed armatevi. Sia guerra universale, inesorabile, rabbiosa, poi ch’essi la vogliono. E sarà breve.

Mentre Roma assalirà il nemico di fronte, ricingetelo, molestatelo ai fianchi, alle spalle. Roma sia il nucleo dell’esercito nazionale del quale voi formerete le squadre.

Resistete dovunque potete. Dovunque la difesa locale non è concessa, i buoni escano in