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può gli arazzi di Raffaello troforati del piombo Francese, paghi i danni, nò i danni, l’insulto lanciato a Michelangelo. Almeno Napoleone recava a Parigi i capo lavori, e in qualche modo il Genio Italiano aveva nell’ammirazione dello straniero un compenso della conquista. Oggi nò; il Governo Francese invade il nostro territorio, e spinge la sua straordinaria predilezione per Roma fino al punto di volerla distruggere piuttostochè lasciarci esposti all’impazienza del terribile Zucchi, ed alle minacce di Radetzky, e di Gioberti lontani ambedue qualche settimana dal Tevere. Il Generale Oudinot è il più premuroso de’ nostri nemici. La Repubblica glie ne deve riconoscenza. Sapete perchè? Perchè mentre gli Imperiali occupano senza colpo ferire l’Alessandria di Carlo Alberto, è una bella gloria Italiana che la Roma del Popolo respinga onoratamente i Repubblicani di Francia che un nero Governo ci avventò contro, qualificandoci masnadieri ed assassini. E i Papi? Conserveremo per loro memoria le palle che celebrarono solennemente l’anniversario dell’Enciclica Pontificia. Basta. Di Regni, e di Triregni non parliamone più. Pensiamo ora alle barricale. Pensiamo all’onor nostro, che dobbiamo vendicare completamente. Roma, come Scevola, ha steso il braccio sul bragiere ardente, e giurò. I trecento di Scevola fugarono Porsenna. La storia Romana non è ancor finita.

Roma 2 Maggio 1849.

I Rappresentanti del Popolo