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due o tre strati di forti travi o di ben legate fascine, con circa un palmo di terra sopra e nulla più, si può ben garantirlo dalle bombe che cadendo ribalzerebbero senza esservi ritenute, ciò che sarebbe il maggior danno: ma il timore dei bombardamenti è omai ora di fare che il pubblico li giudichi giudichi con meno appressione. Metà delle bombe non scoppiano, metà cadono per le strade e ve ne vorrebbero almeno cinque perchè una fabbrica ricevesse significante danno. Per bombardare una città di due mila soli fabbricati occorrerebbero perciò 40 mila bombe!! ed infine si avvrebbero guasti dei tetti e pavimenti e nulla più. Dei razzi alla Congrève ognuno è persuaso che tutto si riduce ad un passeggiero spavento. Il cannone è più dannoso, ma se abbatte le muraglie, che prende di mira, non ha effetto contro le masse di case, poichè una ripara l’altra.

Dove si abbia pezzi di Artiglieria per la difesa dei paesi, conviene avere molto riguardo di collocarli in modo da potere essere ritirati in salvo nei punti i più centrali con facilità.

Avvertiamo pure gl’inesperti che usando de’ tiri di cannone è meglio correre il difetto di puntarli piuttosto in mira bassa che alta: perchè il nemico vedendo passare le palle sulla sua testa acquista confidenza ad inoltrarsi verso una parte dove si crederà sempre più al sicuro: laddove cadendogli innanzi ai piedi oltre rimanere offeso dai rimbalzi dei projettili egli si accorge che avanzando giungerà al punto battuto dai difen sori.

Roma 1 Maggio 1849.