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sarmati; intanto, le nostre frontiere sono minacciate; una di esse è stata più volte violata, e lo spettacolo di militi posti a difenderla metà in armi, metà sprovveduti, incuora il nemico, diffonde sfiduciamento nei nostri, e rompe l’imponenza di contegno che Roma deve serbare inviolabile davanti ai nemici ed amici.

A siffatta condizione di cose si esige, Cittadini pronto, immediato rimedio.

Cittadini; l’armi che la Patria vi affidava per la custodia della nostra città sono sacre. La Repubblica si appoggia principalmente sovr’esse. Ma la Repubblica sta in oggi non solamente nei recinti delle nostre mura, ma anche e segnatamente ai confini. Là romoreggia, là è urgente il provvedimento. La patria ha bisogno di armi: bisogno assoluto, bisogno d’ogni ora; e per questo ricorre anche a voi.

I valenti, gli attivi tra voi ritengano le armi. Noi siam certi che dove il pericolo occorrerà, voi sarete pronti ad accorrere. Ma in ognuna delle vostre compagnie stanno, per natura di cose, uomini ai quali malattia, assenza, o altre cagioni impediscono l’attività; uomini ai quali cure urgenti di famiglia o d’altro, vietano il pronto rispondere alla chiamata. Date quelle armi al Paese, ai difensori delle frontiere. Anche di quelle il Paese vi terrà conto, al primo compirsi delle nostre operazioni per l’armamento.

Ad altri, nella urgenza delle circostanze, noi sapremmo e sapremo dar ordini; a voi no, perchè non può nell’animo nostro allignare ombra di diffidenza sulle vostre intenzioni a pro della Patria. Date spontanei l’esempio. Dichiarate a