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trafila d’ufficio. Alle medesime non ne torna alcun vantaggio, dappoichè dovendo rispondere singolarmente su ciascuna di loro i rispettivi Capi di officio, appena esse mi giungono m’è forza di rimandarle colà donde aveano deviato. A me poi ne torna danno, essendomi interotto il corso di altre più gravi e pressanti cure, con molto gettito di tempo.

Or m’è d’uopo di fare noto, che tutte le istanze o petizioni dovranno essermi trasmesse pel consueto ordine di persone, componenti la militare gerarchia, se vogliano avere il loro discarico. Quelle che tenessero altro corso, rimarrebbero senza effetto, e come non date.

Ma siccome la trista esperienza del passato ha prodotto nell’animo de’ più un certo senso di sfiducia degli inferiori verso i superiori, alcuni de’ quali abusavano ribaldamente del loro ufficio, o trasandando le petizioni, o travisandone la parte informativa: cosî, è mio debito di avvertire la milizia e il pubblico, che di presente e sotto il mio ministero, non è alcun pericolo che si rinnovi cotanto abuso. Io non posso che lodarmi de’ Comandanti de’ Corpi e de’ Capi d’ufficio, i quali tutti attendono a speditamente e fedelmente coadiuvarmi, sia per migliorare e rettificare l’andamento della mia azienda, e sia nell’assumere la semplice e pura parte di relatori sulle istanze dei diversi chiedenti.

Infine: io darò diretto accesso a quelle sole domande, che avranno invano esperimentato la legittima via, e quando ciò fosse accertato, io non lascerei impunita una prevaricazione per negligenza o per mala fede.

Il Ministro Interino A. Calandrelli