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nefandità, come ogni altro attentato contro i nuovi ordinamenti politici e contro l’onor nazionale, abbiano effetto. Nel che la Repubblica chiama a cooperar seco l’attivo e coraggioso concorso di tutti i cittadini, a’ quali indistintamente incombe il debito di vegliare alla sicurtà e al perfezionamento della convivenza civile.

Cittadini! Guardia Nazionale! Carabinieri! militi tutti che degnamente vestite le insegne della Repubblica! due grandi depositi sono confidati nelle vostre braccia: la difesa dello Stato contro l’esterno invasore, e la conservazione dell’ordine interno; il che vuol dire la civiltà della Patria.

Uomini d’intelligenza e di cuore; Circoli popolari, generose adunanze di liberi cittadini! una sublime missione voi avete da adempiere: emancipare il popolo dalla schiavitù dell’ignoranza, de’ pregiudizi e delle passioni violente che sono l’eredità delle tirannidi regie; fare della Repubblica quello ch’esser dee: una grande scuola di doveri e di diritti, una grande educazione di virtù e di amore. Cittadini! pensate agli obblighi che avete comuni verso la Patria italiana, verso la società; pensate, che, rimossi gl’impedimenti che prima vi attraversavano la via, ora stà nella volontà e nell’opera vostra il fare che questa parie d’Italia si levi all’altezza de’ suoi grandi destini.

Cittadini! con questo ardente voto nel cuore decisi di spendere l’intera vita pel suo compimento, gridiamo insieme.

Viva la Repubblica Romana — Viva l'unione d'Italia

Roma 5 Marzo 1849.
Il Ministro Aurelio Saffi.