Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/96


— 98 —

vosi automatici. Se prestiamo attenzione al corso dei nostri pensieri, noi osserviamo ben presto con quanta indipendenza dalla nostra volontà vengono le idee improvvise, sorgono e spariscono le immagini. Dovrebbero i nostri presunti atti di volontà essere davvero molto più arbitrari? Se del resto tutte le nostre sensazioni, i nostri desideri, le nostre idee, non sono altro che il prodotto di processi materiali nel nostro cervello, può benissimo al movimento molecolare al quale è connessa la sensazione di volontà di sollevare il braccio, corrispondere subito la spinta materiale che produce in modo puramente meccanico il sollevamento del braccio; e così a prima vista non resta più niente di oscuro.

Ma l’oscurità si manifesta, per la maggior parte degli uomini, non appena si lascia il campo fisico per entrare nel campo morale. Poichè fino a tanto che le nostre azioni sono indifferenti, ammettiamo facilmente di agire senza libertà e quali strumenti di cause nascoste. Che Cesare, sopra pensiero, mettesse prima la caliga destra o la sinistra, è indifferente; in tutt’e due i casi egli uscì calzato dalla tenda. Che egli passasse o no il Rubicone, da ciò dipendeva il corso della storia del mondo. Noi siamo tanto poco liberi in certe piccole decisioni, che un conoscitore della natura umana può predire con sorprendente sicurezza quale carta noi scegliamo fra parecchie disposte secondo certe regole. Ma, davanti alle più serie esigenze della vita pratica, anche il più deciso