Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/92


— 94 —

ferse sollo tale aspetto fu Leibniz. Come ho qui già l’fatto spesso osservare, la sua concezione del mondo è in tutto uguale alla nostra. Se anche egli non potè rintracciare come noi la conservazione dell’energia per mezzo di diversi processi molecolari, egli era però di questa conservazione assolutamente convinto. Egli si trovava, davanti all’insieme dei processi molecolari, nella posizione in cui noi ci troviamo ancora davanti a processi singoli.

Poichè dunque Leibniz credeva altrettanto fermamente a un mondo dello spirito e trasse la natura etica dell’uomo nel cerchio delle sue meditazioni, anzi andò perfettamente d’accordo con le religioni positive, val la pena di domandarsi che cosa egli pensasse del libero arbitrio, e specialmente come lo potesse collegare con la sua concezione meccanica del mondo.

Leibniz era incondizionatamente determinista, e secondo la sua dottrina doveva esser tale22. Egli ammetteva due sostanze create da Dio, il mondo materiale e il mondo delle sue monadi. Uno non può agire sull’altro; in tutt’e due avvengono per necessità immutabili e prestabilite, dei processi in assoluta reciproca indipendenza, ma proseguenti di pari passo e in perfetta armonia: il movimento avanti e indietro della macchina del mondo, matematicamente calcolabile, e nelle monadi psichiche appartenenti ad ogni individuo animato, le immagini che corrispondono alle apparenti sensazioni, immagini ed alti volitivi di chi ospita la monade.