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grande la distanza che resta ancora, sia pure fra l’animale più elevato e l’infimo uomo, e per quanto siano difficili i problemi da sciogliere su questo argomento, una volta data la conoscenza tali difficoltà son di genere affatto diverso da quelle che si oppongono sopratutto alla spiegazione meccanica della coscienza; queste e quelle sono incommensurabili. Perciò, sciolto il problema B, per usare di nuovo la classificazione di Strauss, il problema C non mi pare trascendente. Ma come giustamente osserva Strauss il problema C è in stretta dipendenza con un altro che si presenta nella nostra serie come settimo ed ultimo. È la quistione del libero arbitrio.

È senza dubbio nella natura delle cose che tutti i problemi qui annoverati abbiano occupao l’umanità da quando essa pensa. Tutti i popoli colti hanno in ogni tempo meditato e investigato sulla costituzione della materia, l’origine della vita e del linguaggio. Tuttavia erano sempre soltanto pochi spiriti eletti che si spingevano fino a tali questioni, e se anche sorgeva intorno ad esse qualche contesa propriamente scolastica, il litigio però usciva appena appena dalle sale accademiche. Ben altrimenti per la questione se l’uomo sia libero nelle sue azioni, o legato da una forza che inevitabilmente lo costringe. Interessante per tutti, apparentemente a tutti accessibile, intimamente allacciata alle condizioni fondamentali della società umana, profondamente concatenata con le convinzioni religiose, questa que-