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e il mulino pensante di Leibniz e dimostrar subito, quanto alla materia scomposta in atomi, che nessun aggruppamento o movimento di atomi potrà mai servire a spiegare la coscienza.

La seconda osservazione è che noi andiamo senza dubbio fin qui d’accordo con Leibniz, ma non più in là. Dall’incomprensibilità della coscienza da basi meccaniche egli conclude che essa non viene generata da processi materiali. Noi ci contentiamo di constatare quella incomprensibilità, che io esprimerei drasticamente dicendo che è altrettanto impossibile comprendere questo quanto comprendere perchè lo schiacciaciamento del nervo trigemino dà dolore mentre invece l’eccitazione di altri nervi fa piacere17. Leibniz sposta la coscienza nella monade psichica assegnata al corpo e fa scendere in essa per onnipotenza di Dio, un seguito di visioni corrispondenti alle vicende del corpo. Noi invece accumuliamo argomenti per credere che la coscienza è legata a condizioni materiali.

Del resto, da nessuna parte fu pronunciata una parola contro la mia dimostrazione dell’impossibilità di comprendere la coscienza sotto aspetto meccanico; tutti si accontentarono di affermazioni contraddicenti. Secondo il sig. Haeckel la mia conferenza di Lipsia sarebbe stata una «magnifica negazione dell’embriologia» posto che io non prendevo in considerazione la possibilità per l’uomo di raggiungere col tempo una organizzazione tanto superiore alla presente quanto questa è superiore a quella dei nostri progenitori in qualsiasi precedente pe-