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inutile osservare come lo faccia Leibniz. In parecchi punti dei suoi scritti non sistematici, si trova la franca affermazione che la coscienza non potrebbe sorgere per mezzo di alcuna figura o movimento, e per usare il nostro presente linguaggio, di alcun movimento o aggruppamento di materia13. Nei Nouveaux Essais sur l’Entendement humain diretti appunto contro il «Saggio sull’intelligenza umana» Leibniz fa dire a Filalete, il difensore del sensismo, quasi con le stesse parole usate da Locke14: Forse sarà conveniente mettere in rilievo la questione se un essere pensante può provenire da un essere non pensante, senza sensibilità e coscienza come è la materia. È abbastanza chiaro che una particella di materia non potè mai produrre qualche cosa da sè e darsi il movimento. Il suo movimento deve quindi o aver esistito dall’eternità o deve esserle stato dato da un essere più potente. Ma quand’anche fosse esistito dall’eternità non avrebbe potuto generare la coscienza. Dividete la materia, quasi per spiritualizzarla, in parti piccole quanto volete, datele quelle figure e quei movimenti che vi piaccia, fatene una sfera, un cubo, un prisma, un cilindro ecc. le cui dimensioni siano soltanto il mille milionesimo di un piede filosofico, vale a dire la terza parte del pendolo che registra 1 secondi sotto a 45°. Per quanto piccole siano queste particelle, non agiranno su particelle dello stesso ordine altro che come agiscono uno sull’altro corpi del diametro d’un pollice o d’un piede. E si potrebbe con la stessa ragione spe-