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ugualmente suddivisa. Poichè la supposizione di una spinta soprannaturale non conviene al nostro mondo concettuale, manca la ragione sufficiente per il primo movimento. Oppure dobbiamo concepire la materia come mossa dall’eternità. Fin dal principio dunque rinunciamo a poter comprendere questo punto. Questa difficoltà mi pare trascendente.
La terza difficoltà è il primo sorgere della vita. Dissi già più volte e lo ripeto ora che io, contro all’opinione tradizionale, non vedo alcuna ragione per considerare questa difficoltà come trascendente. Una volta che la materia ha incominciato a muoversi, possono sorgere dei mondi; sotto appropriate condizioni, che noi possiamo tanto poco riprodurre quanto quelle sotto cui ha luogo una quantità di processi inorganici, può anche essersi creato quello stato speciale di equilibrio dinamico della materia, che noi chiamiamo vita. Lo ripeto e insisto su ciò: se noi dovessimo ammettere un atto sopranaturale, basterebbe un solo atto che creasse la materia in moto; in ogni caso avremmo bisogno soltanto di un unico giorno di creazione.
La quarta difficoltà è data da quella che pare una direttiva della natura rivolta ad uno scopo premeditato. Le leggi di formazione organica non possono agire con uno scopo se la materia non fu fin da principio opportunamente creata a ciò; dunque le leggi operanti sono pure affatto incompatibili col concetto meccanico della natura. Ma nemmeno questa diffi-