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presso i naturalisti è andato smarrito anche il ricordo delle conseguenze più naturali tratte dai primi tempi della filosofia. Una parte della colpa pesa veramente sulla circostanza che la nuova filosofia si trova di fronte alla religione positiva in rapporti di negazione, o almeno non troppo chiari, e che essa, consciamente o inconsciamente evitò di spiegarsi senza rigiri, come per esempio poteva farlo Leibniz, che non avrebbe avuto nulla da nascondere ad un tribunale ecclesiastico. La filosofia non deve esser qui nè lodata nè biasimata per questo; ma ne deriva che nei filosofi dalla metà del secolo scorso in poi i più interessanti problemi della metafisica non si trovano posti ed esaminati francamente o almeno con linguaggio adatto ai naturalisti induttivi. Anche questo potrebbe essere uno dei motivi per cui la filosofia così spesso fu cacciata da parte come superflua e sterile, e per cui adesso che la scienza stessa della natura tocca in tanti punti la filosofia, si manifesta tanta mancanza di cognizioni preliminari e tanta ignoranza in quel che si produce.

Poichè mentre da un lato il mio merito fu eccessivamente valutato, da un altro lato mi si gridò l’anatema perchè mettevo confini insuperabili all’umana capacità di conoscenza. Non si poteva capire perchè la coscienza non fosse comprensibile nella sua natura, come lo sviluppo del calore nelle reazioni chimiche e il generarsi dell’elettricità nella catena galvanica. I calzolai abbandonarono le loro scarpe e ar-