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tingesse l’osservazione di Huygens. Sono debitore al D.r Berthold della seguente notizia: «Presso Feder. Sophie elettrice di Hannover, in abbozzo, Hannover 1810, p. 239, si trova una lettera dell’eletrrice a Leibniz del 21 luglio 1699, nella quale ella domanda come fosse la faccenda della reciproca influenza dei due orologi, della quale Leibniz le aveva parlato, e ch’ella aveva di nuovo dimenticato. Leibniz rispose (26 luglio 1699 d. c. p. 240) che questa era un’osservazione di Huygens su due pendoli («Me l’ha raccontata lui stesso, e l’ha anche pubblicata nella sua opera sui pendoli»), e ne dà una completa descrizione, senza però accennare al paragone con l’anima e il corpo. La prima comunicazione di Huygens si trova nel «Journal des Sçavans» 16 e 23 marzo 1665, egli accenna al fatto nei suo (Chr. Hugenii ecc.) Horologium oscillatorium ecc. Parisii 1673. Fol. p. 18, 19. La sua osservazione non fu soltanto usata, come si dice nelle tre prime edizioni, al principio di questo secolo da Abraham Louis Breguet, per rendere uniforme il movimento di ciascuno dei due orologi (Trattato di fisica sperimentale di Biot, ridotto in tedesco da Fechner. Leipzig, 1829, V. II, p. 129) ma fu anche, verso la metà del secolo scorso, accidentalmente rinnovata e portata più oltre dall’orologiaio Ellicot a Londra. (Un resoconto dell’osservazione fatta della reciproca influenza di due orologi a pendolo. Discussioni filosofiche, 1739, p. 126, 128). Cfr. Laplace, Sull’azione reciproca dei pendoli ecc. negli Annali di fisica e chimica, 1816, v. III, p. 162, con una aggiunta di Arago (in tedesco negli Annali della fisica di Gilbert, 1817, LVII, p. 229).