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dopo che Leibniz lo ebbe trovato e ripetutamente usato, vi fu introdotto in seguito come immagine universalmente nota. Per attribuirlo con sicurezza a Geulincx, bisognerebbe constatarlo in una delle edizioni dell’Etica pubblicate prima del 1696. In Berlino non fu possibile procurarsene. Questa nota spinse un profondo e ingegnoso conoscitore della storia della scienza, il sig. D.r G. Berthold di Ronsdorf a nuove esaurienti ricerche sull’origine del paragone degli orologi. Ne risultò che in sè e senza rapporti coi legami dell’anima col corpo, l’immagine dei due orologi che presentano lo stesso movimento proviene da Descartes, che però fu veracemente usata per primo da Geulincx per la spiegazione dei rapporti fra anima e corpo. Il sig. D.r Berthold lo constatò già in una delle edizioni dell’Etica che egli possiede, dell’anno 1683. Relazioni mensili ecc. 1874, p. 561, 567. Qui (p. 567, nota 2) si completa anche l’elenco dei passi nei quali Leibniz usa il paragone dell’orologio. (Note alla 4a edizione). Più ampie discussioni su questo argomento si trovano nel Programma del Decanato della Facoltà filosofica di Tübingen del D.r Edmondo Pfleiderer; Leibniz e Geulincx, riferendosi specialmente al loro comune paragone degli orologi. Tübingen 1884, 4° Cfr. anche il ragguaglio dello stesso autore: Leibniz e Geulincx nei fascicoli mensili filosofici, 1884, p. 423, 424; come pure nella monografia del sig. Zeller; Sulla prima edizione dell’Etica di Geulincx, e sui rapporti di Leibniz con l’Occasionalismo di Geulincx, nelle Relazioni delle sedute dell’Accademia, 1884, V. II, p. 673.
(29) Leibniz non accenna da quale fonte egli at-