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sibile, quanto il mondo prima che vi fosse la coscienza. Ma come il mondo col primo moto della coscienza divenne doppiamente incomprensibile, tale ridiventa anche l’uomo addormentato con la prima immagine di sogno che gli balena.

L’insolubile contraddizione in cui il concetto meccanico del mondo sta col libero arbitrio, e quindi anche con l’etica, è senza dubbio molto importante. La perspicacia dei pensatori d’ogni tempo vi si è esaurita, e continuerà ad esercitarvisi. Lasciando da parte che la libertà può essere negata, ma non il dolore e il piacere, la questione quale sia la spinta all’azione e perciò la prima occasione all’operare o all’astenersi, è preceduta da quella della sensazione necessaria. È dunque al problema della sensazione, come ho già detto, e non a quello del libero arbitrio che giunge la meccanica analitica36.

Con ciò è raggiunto l’altro confine della nostra conoscenza della natura. È assoluto non meno del primo. L’umanità dopo due mila anni, nonostante tutte le scoperte della scienza naturale, non ha fatto sul prodursi dei processi spirituali da condizioni materiali, alcun passo avanti, più che non ne abbia fatti nella spiegazione della forza e della materia. E non ne farà mai. Perfino l’Intelligenza di Laplace con le sue formule del mondo, assomiglierebbe, nei suoi tentativi di superare queste barriere, ad un areonauta che volesse salire alla luna. Nel suo mondo fabbricato su materia in moto, si muovono bensì le molecole del cervello in muto gioco. Essa vede il loro numero, scopre i loro