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simo secolo, in teorie sull’azione scambievole di materia e spirito.

Descartes stesso aveva anticipatamente esclusa, mediante due dimostrazioni, la possibilità di comprendere questa azione reciproca. Prima di tutto egli sosteneva che materia e spirito sono due sostanze diverse, unite dall’onnipotenza di Dio, le quali, poichè lo spirito come incorporeo non ha alcuna espansione, si toccano reciprocamente in un punto solo, e precisamente nella così detta glandula pineale del cervello22. Osservava in secondo luogo che la quantità di movimento esistente nell’universo è costante23. Con tanta maggior sicurezza sembra risultare da ciò l’impossibilità che il moto della materia generi l’anima, e tanto più ci si stupisce quando poi Descartes, per salvare il libero arbitrio, fa semplicemente muovere all’anima la glandula pineale nel senso necessario, acciocchè gli spiriti animali, diremmo così, il principio nervoso, possano affluire regolarmente ad ogni muscolo. Inversamente gli spiriti animali eccitali dalle sensazioni, muovono la glandula pineale e l’anima, legata a questa, percepisce il movimento24.

I seguaci immediati di Descartes, Clauberg25, Malebranche26, Geulinx27, si affaticano a correggere un così evidente errore. Si tengono fermi all’impossibilità di un’azione scambievole fra spirito e materia, come fra due sostanze diverse. Ma per comprendere come nonostante ciò l’anima muova il corpo e venga mossa da questo, essi ammettono che la volontà dell’anima dia occasione a Dio di muovere