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e tutti i movimenti prodotti per trasmissione mediante contatto, l’origine del movimento viene bensì ridotta ad un’immagine familiare al nostro concetto materiale, ma sorgono altre difficoltà. Per esempio fu finora impossibile secondo questa idea spiegare le diverse densità dei corpi da diversa combinazione della stessa materia primitiva.

È facile scoprire l’origine di queste contraddizioni. Esse hanno radice nella nostra incapacità di rappresentarci qualche cosa tranne che coi sensi esteriori o col senso interno dell’esperienza. Nello sforzo di analizzare il mondo materiale prendiamo le mosse dalla divisibilità della materia, poichè evidentemente le parti sono qualche cosa di più semplice e più primitivo che il tutto. Se col pensiero andiamo sempre più oltre nella divisione della materia, restiamo col nostro concetto nel solco a noi tracciato e non troviamo ostacoli al nostro pensiero.

Nella comprensione delle cose non facciamo alcun passo avanti, poichè in realtà ci rappresentiamo soltanto nel campo del piccolo e dell’invisibile ciò che appare nel campo del grande e dei visibile. Così arriviamo a comprendere l’atomo fisico. Ma se spontaneamente cessiamo un momento o l’altro la divisione, ci arrestiamo davanti ai supposti atomi filosofici, che devono essere indivisibili, per sè inattivi, e tuttavia solidi e capaci di personificare le forze centrali che agiscono a distanza; così pretendiamo che una materia da noi pensata con l’immagine della materia quale noi la maneggiamo, svolga pro-