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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Così dicendo a duo man l’ha ferito
De un colpo tanto orrendo e smisurato,
Che sopra de lo arcion è tramortito:
E veramente lo mandava al prato,
Ma in quel Mordante, il saracino ardito,
Correndo alla donzella urtò da lato,
Ferendola a duo man de un roversone
Che fu per trarla fuora de lo arcione.
Ma Rugier presto venne ad aiutare,
Lasciando Pinador che aveva avante;
Però che, benchè assai abbia da fare,
Sempre voltava gli occhi a Bradamante.
Or sembra il giovanetto un vento in mare:
Spezza in due parte il scudo di Mordante,
Taglia le piastre e usbergo tutto netto,
Ed anco alquanto lo ferì nel petto.
Ma Pinadoro, che lo avea seguito,1
Percosse a mezo il collo il paladino,
E tagliò la gorziera più de un dito:
Tenne il camaglio el brando, chè era fino.
Non si spaventa il giovanetto ardito:
Tondo de un salto rivoltò Frontino,
E mena a Pinadoro in su la testa;
E Martasino a lui, che già non resta.
Mentre che questa zuffa se scompiglia,
Daniforte se afronta e viene in tresca
Con circa a trenta della sua famiglia,
Con targhe e lancie armati alla moresca.
Bradamante ver loro alciò le ciglia:
Come starà cotal canaglia fresca,
Che armati son di sàmito e di tela!
Oh che squarcioni andran per l’aria a vela!
- ↑ T. Pinador.