[St. 19-22] |
libro iii. canto v |
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E come e’ Greci poi sol per sua boria
Fierno un pensier spietato ed inumano,
Tra lor deliberando che memoria
Non se trovasse del sangue troiano.
Usando crudelmente la vittoria,
Tutti e’ pregion scanarno a mano a mano,
Ed avanti a la matre per più pena
Ferno svenar la bella Polissena.
E cercando Astianatte in ogni parte,1
Che era di Ettórre un figlio piccolino,
La matre lo scampò con cotale arte:
Che in braccio prese un altro fanciullino,
E fuggette con esso a la disparte.
Cercando i Greci per ogni confino,
La ritrovarno col fanciullo in braccio,
E a l’uno e a l’altro dier di morte spaccio.
Ma il vero figlio, Astïanatte dico,
Era nascoso in una sepoltura,
Sotto ad un sasso grande e molto antico,
Posto nel mezo de una selva oscura.
Sieco era un cavallier del patre amico,
Che se pose con esso in aventura,
Passando il mare; e de uno in altro loco
Pervenne in fine alla Isola del Foco.
Così Sicilia se appellava avante,2
Per la fiamma che gietta Mongibello.
Or crebbe il giovanetto, ed aiutante
Fu di persona a meraviglia e bello;
E in poco tempo fie’ prodezze tante,
Che Argo e Corinto pose in gran flagello;
Ma fu nel fine occiso a modo tristo
Da un falso Greco, nominato Egisto.
- ↑ Mr. e P. omm. E.
- ↑ Mr in sicilia.