[St. 51-54] |
libro iii. canto iv |
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Da poi se dipartitte il paladino,
Ed incontrolli ciò che io vi ebbi a dire;
Tra Bradamante adunque e il Saracino
Rimase la battaglia a diffinire.
Non stava alcuno a quel loco vicino,
Nè vi era chi potesse dipartire
L’aspra contesa e il grande assalto e fiero,
Sin che vi gionse il giovane Rugiero.
Gionto sopra a quel colle il giovanetto1
Vista ebbe la battaglia giù nel fondo,
E fermosse a mirarla per diletto,
Chè assalto non fu mai sì furibondo;
Perocchè chi in quel tempo avesse eletto
Un par de bon guerreri in tutto il mondo,
Non l’avria avuto più compiuto a pieno
Che Bradamante e il figlio de Ulïeno.2
E ben ne dimostrarno experïenza
A quel che han fatto e quel che fanno ancora;
Par che la zuffa pur mo mo comenza,3
Sì frescamente ciascadun lavora,4
E, se quel coglie, questo non va senza.
Da un colpo a l’altro mai non è dimora,
E nel colpir fan foco e tal fiammelle,
Che par che il lampo gionga nelle stelle.
Rugiero alcun de’ duo non cognoscia,
Chè mai non gli avea visti in altro loco,
Ma entrambi li lodava, e discernia
Che tra lor di vantaggio era assai poco.
Mirando l’aspre offese ben vedia
Cotal battaglia non esser da gioco,
Ma che è tra Saracino e Cristïano,
Onde discese subito nel piano.
- ↑ Mr. e P. omm. a.
- ↑ Mr. il figliol.
- ↑ P. mo si.
- ↑ Mr. e P. par che ognun.