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orlando innamorato |
[St. 7-10] |
Pur fuore uscitte, e va con tal ruina1
Qual fuor de la balestra esce la vera.
Da quella sera insino alla matina
E da quella matina a l’altra sera,
Via giorno e notte mai non se raffina,2
Sin che condotta è sopra alla riviera,
Ove quel monte in Acquamorta bagna
Il qual divide Francia dalla Spagna.
Quivi ad un capo che ha nome la Runa,3
Smontarno con gran voglia in su la arena,
E sì sbattuti son dalla fortuna,
Che sendo in terra, nol credono apena.
Passò il mal tempo e quella notte bruna,
Con l’alba insieme il ciel se raserena,
E già per tutto essendo chiaro il giorno,
Deliberarno andar cercando intorno.
Cercar deliberarno in che paese
Sian capitati e chi ne sia segnore,
E tratto fuor di nave ogni suo arnese,
Ciascadun se arma e monta il corridore.4
Ma lor vïaggio poco se distese,
Chè oltra ad un colle odirno un gran rumore,
Corni, tamburi ed altre voce e trombe,5
Che par che ’l suono insino al cel rimbombe.
Il franco re Gradasso e Mandricardo
Fecer restar la dama e Tibïano.
Possa alcun de essi a mover non fu tardo,
Sin che fôr sopra al colle a mano a mano;
E, giù facendo a quel campo riguardo,
Vider coperto a genta armata il piano,
Che era afrontata insieme a belle schiere
Sotto a stendardi e segni di bandiere.
- ↑ Mr. fuori; P. fuora.
- ↑ P. rifina.
- ↑ T. oruna; Mr. bruna.
- ↑ Mr. e sal il.
- ↑ Mr. e P. altre voce.