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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Questa pietra ch’io dico, avea segnali
Verdi, vermigli, bianchi, azuri e de oro,
E, come tratta fu tra gli animali,
Tra quelli apportò zuffa e gran martoro;
Perchè e’ tauri selvatici e’ cingiali
E l’altre bestie cominciâr tra loro1
Sì gran battaglia e morsi aspri e diversi,
Che in poco d’ora fôr tutti dispersi.
Le bestie fôr disperse in poco de ora,
Chè l’una occise l’altra incontinente;
E Mandricardo non fece dimora,
Chè a ciò che far conviene, avia la mente.
L’altra aventura vi restava ancora,
Dico la pianta lunga ed eminente,
Che ha mille rami, e ogni ramo è fiorito;
A quella presto il cavalliero è gito.
Di tutta forza al tronco s’abbracciava,
E pone a radicarla ogni vigore,
Ma dibattendo forte la crollava,
Onde a ogni foglia si spiccava il fiore,
E giù cadendo per l’aria volava.
Odeti se mai fu cosa maggiore:
Cadendo foglie e fiori a gran fusone,
Qual corbo diveniva, e qual falcone.
Astori, aquile e guffi e barbagianni2
Con sieco cominciarno a far battaglia;
A benchè non potean stracciarli e’ panni,
Chè armato è il cavalliero a piastre e maglia,3
Pur eran tanti, che davano affanni
D’intorno a gli occhi, e sì fatta travaglia,
Che non potea fornire il suo lavoro
De trare il tronco alle radice d’oro.
- ↑ T. e Mr. Perche tauri; P. Perchè tauri selv. e cing. Ed.
- ↑ P. aquile, gufi.
- ↑ P. Che è armato.