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orlando innamorato |
[St. 35-38] |
Non lo avea tocco, come io disse, il foco,
Pieno è di fiori e rose damaschine.
Loro a diletto se posarno un poco
Entro un bel letto adorno de cortine.
Già non scio dir se fecero altro gioco,
Chè testimonio non ne vide el fine;
Ma pur scrive Turpin verace e giusto
Che il pavaglion crollava intorno al fusto.
Poi che fôr stati un pezo a cotal guisa
Tra fresche rose e’ fior che mena aprile,
La damigella prese una camisa
Ben perfumata, candida e sotile;1
Poi de una giuppa a più color divisa
Di sua man vestì il cavallier gentile;2
Calcie gli diè vermiglie e speron d’oro,
Poi lo armò a maglia de sotil lavoro.
Dopo lo arnese lo usbergo brunito3
Gli pose in dosso, e cinse il brando al fianco,
E uno elmo a ricche zoie ben guarnito
Li porse e cotta d’arme e scudo bianco;
Indi condusse un gran destriero ardito,
E Mandricardo non parve già stanco,
Nè che lo impacci l’arme, o guarnisone:
D’un salto armato entrò sopra allo arcione.4
La damigella prese un palafreno
Che ad un verde genevre era legato,
E, caminando un miglio o poco meno,
Passarno il colle e gionsero al bel prato,
Dicendo a lui la dama: Intendi appieno,
Chè tutto il fatto ancor non te ho contato:
Acciò che intenda ben quel che hai a fare,
Col re Gradasso converrai giostrare.
- ↑ Mr. e P. profumata.
- ↑ P. veste.
- ↑ P. Da poi lo arnese e.
- ↑ Mr. sopra lo.