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orlando innamorato |
[St. 19-22] |
Quello andaluzo correva assai più
Che non volea il patrone alcuna fiata.
Ora apena nel corso posto fu,
Che varcò Fiordespina de una arcata.
Già se pente la dama esservi su,
E vede ben che la bocca ha sfrenata;
Ora tira di possa, or tira piano,
Ma a retenerlo ogni remedio è vano.1
Era davanti un monte rilevato,
Pien di cespugli e de arboscelli istrani,
Ma non ritenne il cavallo affogato:2
Questo passò, come ha passato e’ piani.
Il cervo alle sue spalle avia lasciato;
Ben lo ha vicino, e presso a questo e’ cani,3
E poco longe a’ cani è Fior de spina,
Che studia il corso e quanto può camina.
Nella scesa del monte a ponto a ponto
Fo preso il cervo da un can corridore;
E come fu da questo primo agionto,
Li altri poi lo aterrarno a gran furore.
Ora faceva Fiordespina conto
De non lasciar più gire il suo amatore,
E scridando al destrier, come far suole,
Fermar lo fa ben presto come vole.
Non dimandar se Bradamante alora,
Vedendo il destrier fermo, se conforta,
E smontò de lo arcion senza dimora,4
Che quasi già se avea posta per morta,
Tanto che li batteva il core ancora.
E Fiordespina, che è di questo accorta,
Gli disse: O cavallier, vo’ che tu imagine
Che un fal commesso ho sol per smenticagine.
- ↑ Mr. retenirlo.
- ↑ Mr. affogato: P. affocato.
- ↑ Mr. e P. lo ha vicino.
- ↑ T. Et.