[St. 19-22] |
libro iii. canto viii |
119 |
Ciascun di lor fu presto cognosciuto:
Sua insegna avea scoperta e suo penone.
Arme! arme! se cridava; aiuto! aiuto!
Ma già son gionti al mastro pavaglione,
Che era di scorta assai ben proveduto.
Il re Marsilio vi era e Falsirone,
Molta sua gente e re de altri paesi,
Per far la guardia a’ nostri che son presi.
Come sapeti, il nobile Olivieri
Quivi è legato e il bon re di Bertagna,
Ricardo e ’l conte Gano da Pontieri,
E ’l re lombardo e molti de Alemagna.
Or qua son gionti e’ franchi cavallieri:
Ben dir vi so che alcun non se sparagna.
Chi se diffende, e chi fugge, e chi resta:1
Tutti li mena al paro una tempesta.
Al pavaglione, ove era la battaglia,
Non puote il re Marsilio aver diffese;
Gran parte è morta de la sua canaglia,2
Lui bon partito via fuggendo prese.
Orlando il pavaglion tutto sbaraglia,
Squarzato in pezi a terra lo distese;
Ma quando quei pregion viddero il conte,
Per meraviglia se signâr la fronte.
Oh che spezzar de corde e di catene
Faceva Brandimarte in questo stallo!
De arme e ronzoni ivi eron tende piene,
Onde èno armati e montano a cavallo.
L’un più che l’altro a gran voglia ne viene
Per seguitare Orlando in questo ballo,
Qual ver Parigi a corso se distese,
E sieco è Gano e Oliviero marchese;3
- ↑ P. difende, chi.
- ↑ P. omm. è.
- ↑ Mr. Oliv. el marchese.