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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Onde era fatto su per l’acqua un ponte,
Orribile a vedere e sanguinoso.
Quivi era Mandricardo e Rodamonte,
Ciascun più di salir voluntaroso;
Ni Feraguto, quella ardita fronte,
Nè il re Agramante si stava ocïoso:
L’un più che l’altro di montar se afreza
Tra frizze e dardi, e sua vita non preza.
Orlando, che attendeva il caso rio,
Quasi era nella mente sbigotito;
Forte piangendo se acomanda a Dio,
Nè scia pigliare apena alcun partito.
Che deggio fare, o Brandimarte mio,
Diceva lui che il re Carlo è perito?
Perso è Parigi ormai! Che più far deggio,
Che ruïnato in foco e fiama il veggio?
Ogni soccorso, al mio parer, fia tardo:1
Su per le mura già sono e’ Pagani.
Brandimarte dicea: Se ben vi guardo,
Là se combatte, e sono anco alle mani.
Deh lasciami callar, chè nel core ardo
Di fare un tal fraccasso in questi cani,
Che, se Parigi aiuto non aspetta,
Non fia disfatta almen senza vendetta!
Orlando alle parole non rispose,
Ma con gran fretta chiuse la visiera;2
E Brandimarte a seguitar se pose,
Che vien correndo giù per la costiera.
Fiordelisa la dama se nascose
In un boschetto a canto alla riviera,
E quei duo cavallier menando vampo
Passarno il fiume e gionsero nel campo.
- ↑ Mr. fie (o sie?); P. sì è.
- ↑ P. con fretta si.