[St. 51-54] |
libro iii. canto vii |
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Ma non perciò perdette la baldanza
Quel re superbo, e divenne più fiero;
Parea di foco in faccia alla sembianza.
Mena a duo mani e gionse nel cimiero,
Con tanto orgoglio e con tanta possanza,
Che il coppo e il torchio manda nel sentiero.1
Risuonò l’elmo, ed accerta Turpino
Che un miglio o più se odette in quel confino.2
E fu per trabuccar de lo arcion fuore
Il franco conte a quel colpo diverso;
La sembïanza ha d’un om che more,3
E piedi ha fuor di staffe e ’l freno ha perso.
Fuggendo via ne ’l porta il corridore
Per la campagna, a dritto ed a traverso,
E ’l re Gradasso il segue con la alfana,
Per darli morte e tuorli Durindana.
Pur ne la istoria il ver se convien dire:
A suo dispetto li dava de piglio;
Ma Brandimarte non puote soffrire
Vedere Orlando posto in tal periglio,
Onde correndo se ’l pose a seguire.
Voltò Gradasso il viso, alciando il ciglio,
E disse: Anco tu vai cercando noglia?
Io ne ho per tutti; venga chi ne ha voglia.
Ma in questo Orlando se fu risentito,
E ver Gradasso vien col brando in mano.
Rugiero allora, el giovane fiorito,
Fra lor se pose con parlare umano,
Cercando de accordargli ogni partito;
E similmente ancor faceva il nano
Pregando per pietate e per mercede
Che vadano alla impresa che lui chiede.
- ↑ Mr. e P. torchion.
- ↑ P. miglio e.
- ↑ Mr. ha proprio ad un P. ha proprio a.