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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Però che quella molto era confusa
De àrbori spessi ed alti oltra misura;
La porta alle sue spalle era già chiusa,
Che più facea parer la cosa scura;
Ma Fiordelisa, tra gli incanti adusa,
Non abbiati, dicia, de ciò paura;
A ogni periglio e loco ove si vada,
Il brando e la virtù fa far la strada.1
Smontati de li arcioni e, con le spate
Tagliando e’ tronchi, fative sentiero;
E, se ben sorge alcuna novitate,
Non vi turbati ponto nel pensiero.
Vince ogni cosa la animositate,
Ma condurla con senno è di mestiero.
Così dicea la dama; onde e’ baroni
Smontano al piano e lasciano e’ ronzoni.
Smontati tutti e tre, come io vi disse,
Rugier nel bosco fo il primo ad entrare,
Ma un lauro il suo camin sempre impedisse,
Nè a’ folti rami lo lascia passare;
Onde la mano al brando il baron misse,
E quella pianta se pose a tagliare,
Dico del lauro, che foglia non perde
Per freddo e caldo, e sempre se rinverde.
Poi che soccisa fu la pianta bella
E cadde a terra il trïomfale aloro,
Fuor del suo tronco sorse una donzella,
Che sopra al capo avia le chiome d’oro,
E gli occhi vivi a guisa de una stella;
Ma piangendo mostrava un gran martoro,
Con parole suave e con tal voce,
Che avria placato ogni animo feroce.
- ↑ P. sa fare.