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orlando innamorato |
[St. 35-38] |
— Costui certo debbe esser un villano,1
Che avrà spogliato l’arme a qualche morto!
Disser que’ duo; ma il giovanetto umano
Rispose: Veramente io ebbi il torto.
Amor, che ha del mio cor la briglia in mano,
Me ha da lo intendimento sì distorto,
Che quel che esser soleva, or più non sono,
E del mio fallo a voi chiedo perdono.
Disse un de’ duo baroni: O cavalliero,
Se inamorato sei, non far più scusa:
Tua gentilezza provi de legiero,
Perchè in petto villano amor non usa;
E se di nostro aiuto hai de mestiero,
Alcun di noi servirti non recusa.
Rispose a lui Rugiero: Ora mi lagno,
Perchè ho perduto un mio caro compagno.
Se lo avesti sentito indi passare,
Mostratimi il camin per cortesia;
Per tutto il mondo lo voglio cercare:
Senza esso certo mai non viveria.
Così dicea Rugiero, e palesare
Altro non volse, sol per zelosia;
Però che il dolce amore in gentil petto
Amareggiato è sempre di sospetto.
Negarno e’ duo baroni aver sentito
Passare alcuno intorno a quel distretto,
E ciascadun di lor si è proferito
De accompagnar cercando il giovanetto;
Ed esso volentier prese lo invito,
Chè se trovava in quel loco soletto,
Dico in quel monte diserto e salvatico,
Ed esso del paese era mal pratico.
- ↑ Mr. de esser.