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orlando innamorato |
[St. 27-30] |
Agramante mandò questo Brunello,
Perchè davanti a lui se era avantato
Venire ad Albracà dentro al castello,
Ove è la dama dal viso rosato,
E tuore a lei di dito quello annello,
Quale era per tale arte fabricato,
Che ciascaduno incanto a sua presenza
Perdea la possa con la appariscenza.
Fatto era questo per trovar Rugiero,
Che era nascoso al monte di Carena,
E però questo ladro tanto fiero
Vien con tal fretta e tal tempesta mena.
Sopra a quel sasso n’andava legiero,1
Che non vi avria salito un ragno a pena,
Però che quel castello in ogni lato
A piombo, come muro, era tagliato.
E sol da un canto vi era la salita,
Tutta tagliata a botta di piccone,
E sol da questa è la intrata e la uscita,
Dove alla guarda stan molte persone;
Ma verso il fiume è la pietra polita,
Nè di guardarvi fasse menzïone,
Però che con ingegno, nè con scale,
Nè se vi può salir, se non con l’ale.
Brunello è da raparsi sì maestro,2
Che su ne andava come per un laccio;
Tutta quella alta ripa destro destro
Montava, e gionse al muro in poco spaccio.
A quello ancor se attacca il mal cavestro,
Menando ambi dui piedi e ciascun braccio,
Come egli andasse per una acqua a nôto,3
Nè fu bisogno al suo periglio un voto;
- ↑ Ml., T. e P. omm. a.
- ↑ P. d’arrapparsi.
- ↑ Ml. e Mr. ambi dui; P. ambedu’ i.