Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/97

[St. 23-26] libro ii. canto v 87

         E se non dài al mio parlar credenza,
     Menami teco, come io son, legata,
     (Presa o disciolta, io non fo differenza,
     Chè ad ogni modo io son vituperata),
     E disfarò la torre in tua presenza,
     E tutta salvarò quella brigata.
     Piglia il partito, adunque, che ti pare,
     O fa l’altri morire, o mi campare.

         Presto questo partito prese il conte,
     Chè morta non l’avrebbe ad ogni guisa;
     Ni per grave dispetto ni per onte
     Avrebbe Orlando una donzella occisa.
     D’acordo adunque se ne vanno al ponte....
     Ma più di lor la istoria non divisa,
     E torna ove lasciò, poco davante,
     Marfisa alla battaglia e Sacripante.

         La zuffa per quel modo era durata,
     Che io vi contai ne l’assalto primiero;
     Marfisa di tal arme era adobbata,
     Che di ferirla non facea mistiero1
     Ponta di lancia, ni taglio di spata;
     E Sacripante aveva il suo destriero
     Che è sì veloce che si vede apena,
     Onde la dama indarno e’ colpi mena.

         Ma mentre che tra lor sopra quel piano
     È la battaglia de più colpi spessa,
     A benchè ciascadun al tutto è vano,
     Chè essa non nôce a lui nè lui ad essa,
     Brunello il ladro, il quale era Africano,
     E fo servente del gran re de Fiessa,
     Avea passate molte regïone,
     E de improviso è già gionto al girone.

  1. Ml. e Mr. Che ferirla non f. di m.