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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Però si pose il barone a pensare
Se in alcun modo, o per qualche maniera
Quessto verzier potesse disertare;
Così la lode e la vittoria intiera
Ben drittamente acquistata gli pare,
Poi che l’usanza dispietata e fiera
Che struggea tante gente pellegrine,1
Per sua virtute sia condutta a fine.
Legge il libretto, e vede che una pianta
Ha quel giardino in mezzo al tenimento,
A cui se un ramo de cima se schianta,
Sparisce quel verziero in un momento;
Ma di salirvi alcun mai non si vanta,
Che non guadagni morte o rio tormento.
Orlando, che non sa che sia paura,
Destina de compir questa ventura.
Ritorna adietro per una vallata,
Che proprio ariva sopra al bel palaggio
Ove la dama prima avea trovata,2
Che mirandosi al brando stava ad aggio;
E lui lì presso la lasciò legata,
Come sentesti, a quel tronco di faggio;
Così la ritrovò legata ancora:
Ivi la lascia e non vi fa dimora.
De gionger alla pianta avea gran fretta;
Et ecco in mezo di quella pianura
Ebbe veduta quella rama eletta,
Bella da riguardare oltra misura.
D’arco de Turco non esce saetta
Che potesse salire a quella altura;
Salendo e’ rami ad alto e’ fa gran spaccio,
Nè volta il tronco alla radice un braccio.
- ↑ MI, Mr. e P. struggea.
- ↑ T., Ml. e Mr. primo.