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[St. 79-82] libro ii. canto iv 79

         Lui lascia il primo, com’era disteso,
     E contra a questo tutto se disserra;
     Sì come l’altro a ponto l’ebbe preso,
     E con fraccasso lo messe alla terra.
     L’altro è levato de grande ira acceso:
     Orlando lascia questo e quello afferra;
     E mentre che con esso fa battaglia,
     Levasi il primo e intorno lo travaglia.

         Andò gran tempo a quel modo la cosa,
     Nè se potea sperare il fin giamai;
     Non può prendere il conte indugia o posa,
     Chè sempre or l’uno or l’altro gli dà guai.
     Durata è già la zuffa dolorosa
     Più che quattro ore, con tormento assai
     Per l’uno e l’altro; a benchè ’l conte Orlando
     A duo combatte e non adopra il brando.

         Per non multiplicarli, il cavalliero
     Batteli a terra e non gli fa morire,
     Ma per questo non esce del verziero,
     Ch’e duo giganti il vetano a partire.
     Lui prese combattendo altro pensiero
     Subitamente, e mostra di fuggire;1
     Per la campagna va correndo il conte,
     Ma quei due grandi ritornarno al ponte.

         Ciascun sopra del ponte ritornava,
     Come de Orlando non avesse cura;2
     E lui, che spesso in dietro si voltava,
     Credette che restasser per paura;
     Ma quella fatason che li creava
     Quivi li tenea fermi per natura.
     Sol per diffesa stan di quella porta,
     E fanno al fiume et al suo ponte scorta.

  1. pensiero; Subitamente ei.
  2. T., Ml. e Mr. Come che.