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64 orlando innamorato [St. 19-22]

         Rotto avea l’osso, e il suo cervello appare,
     Quella bestia diversa, e cadde morta.1
     Il sasso, che era aperto a questo intrare,
     S’accolse insieme, e chiuse questa porta.2
     Or non sa il conte ciò che debba fare,
     E nella mente alquanto se sconforta;
     Guardasi intorno e non sa dove gire,
     Chè chiuso è dentro e non potrebbe uscire.

         Era alla sua man destra una fontana,
     Spargendo intorno a sè molta acqua viva;
     Una figura di pietra soprana,
     A cui del petto fuor quella acqua usciva,
     Scritto avea in fronte: Per questa fiumana
     Al bel palagio del giardin se ariva.
     Per infrescarse se ne andava il conte3
     Le man e ’l viso a quella chiara fonte.

         Avea da ciascun lato uno arboscello
     Quel fonte che era in mezo alla verdura,
     E facea da se stesso un fiumicello
     De una acqua troppo cristallina e pura;
     Tra’ fiori andava il fiume, e proprio è quello
     Di cui contava aponto la scrittura,
     Che la imagine al capo avea d’intorno;
     Tutta la lesse il cavalliero adorno.

         Onde si mosse a gire a quel palaggio,
     Per pigliare in quel loco altro partito;
     E caminando sopra del rivaggio
     Mirava il bel paese sbigotito.
     Egli era aponto del mese di maggio,
     Sì che per tutto intorno era fiorito,
     E rendeva quel loco un tanto odore,
     Che sol di questo se allegrava il core.

  1. Ml., Mr. e P. cade.
  2. T. e Ml. S’accolse.
  3. T. e Ml. infrescarse.