Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
58 | orlando innamorato | [St. 67-70] |
Disventurato! disse. Qual destino
Te ha mai condutto a sì malvaggia sorte?
Non sai tu che de Orgagna è qui il giardino,
Nè sei due miglia longe dalle porte?
Fugge presto, per Dio! fugge, meschino,
Chè tu sei tanto presso dalla morte,
Quanto sei presso a l’incantato muro;
E tu qua zanzi e stai come sicuro!
Il conte a lei rispose sorridendo:
Voglioti sempre assai ringrazïare,
Perchè, al dir che me fai, chiaro comprendo
Che a te dispiace il mio pericolare;
Ma sappi che fuggirme io non intendo,
Chè dentro a quel giardino io voglio intrare.
Amor, che ivi mi manda, me assicura
Di trare al fine tanta alta aventura.
Se mi puoi dar consiglio, o vero aiuto,1
Come aggia in cotal cosa fare, o dire,2
Extremamente ti serò tenuto.
Quel che abbia a fare, io non posso sentire,3
Chè omo non trovo che l’abbia veduto,
Nè che me dica dove io debba gire;
Sì che per cortesia ti vo’ pregare
Che me consigli quel ch’io debba fare.
La damigella, ch’era grazïosa,
Smontò nel prato il bianco palafreno,
Et a lui ricontò tutta la cosa,
Ciò che dovea trovar, nè più, nè meno.
Questa aventura fu maravigliosa,
Come io vi contarò ben tutto apieno
Nel canto che vien dietro, se a Dio piace;
Bella brigata, rimanete in pace.