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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
Ma il conte Orlando non lo seguitava,
Poi che sconfitta quella gente vede.
Via! Via, canaglia! dietro li cridava;
E poi tornava, sì come era, a piede1
Verso e’ pregioni. Ciascun lacrimava,
Nè apena esser campato alcun se crede.
Ma la donzella, che cognobbe il conte,
Morta divenne et abassò la fronte.
Bella era, come io dissi, oltre misura,
Et a beltate ogni cosa risponde,
Sì che ancor la vergogna e la paura
La grazia del suo viso non asconde.
Veggendo il conte sua bella figura,
Dentro nel spirto tutto se confonde;
Nè iniuria se ramenta nè l’inganno,
Ma sol gli dôl che lei ne prende affanno.
Or che bisogna dir? Tanto gli piace,
Che prima che i nepoti la disciolse;
Ma lei, ch’è tutta perfida e fallace,
Come sapea ben fare, il tempo colse;
Piangendo ingenocchion chiedea la pace.
Il conte sostenir questo non volse
Che ella più stesse in quel dolente caso,
Ma rilevolla e fie’ pace de un baso.
In questa forma repacificati,
Il conte rimontò nel suo ronzone,
Da poi quei duo guerreri ha desligati.
La dama sol tenìa gli occhi a Grifone,
Chè già se erano insieme inamorati,
Nel tempo che fôr messi alla prigione;
Nè mancato era a l’uno o l’altro il foco,2
Ben che sian stati in separato loco.
- ↑ Ml. e P. ritorna.
- ↑ Ml., Mr. e P. a l’altro.